Il Minotauro – 11.05.2019
sabato 11 maggio ore 21:00
Teatro dell’Unione
U.O.C. TMSREEASL VT e Associazione Eta Beta di Viterbo
presentano
Il Minotauro
con:
Andrea Bozzi, Lorenzo Bracone, Lavinia Calisti, Miranda Capocecera, Veronica Carloni, Silvano Carpinelli, Michele Donati, Beatrice Guitarrini, Lindra Ibra, Samantha La Rosa, Luca Mecorio, Daniele Paccosi, Matteo Ridolfi, Sara Selvi, Chiara Ricci
Aiuto regia: Amanda Mallia
Regia: Sandro Nardi
Eta Beta porta in teatro il mito de’ “IL MINOTAURO”, una storia tra sogno e fiducia per osare e
disegnare un futuro.
Il mito ha sempre incuriosito grandi e piccoli. Storie spesso surreali, ironiche e a volte truci.
Il mito è un composto di tanti ingredienti che incuriosisce, affascina e diverte. Il mito è dunque un modo fantasioso adottato dagli Antichi per provare a spiegare la realtà ed il comportamento degli uomini attraverso delle metafore.
La compagnia di Teatro integrato “Eta Beta – Giorgio Mauro Schirripa”, da vita ad un viaggio tra verità e fantasia mettendo in scena il celebre mito della tradizione mitologica greca “IL MINOTAURO”.
La storia di un essere irrazionale, di chi ha seguito il proprio istinto a discapito della ragione, e proprio per questo Dante lo colloca a guardia del girone dei violenti. Che questa sia la natura del “Minotauro” è cosa ovvia, trattandosi di una creatura col corpo d’uomo e la testa d’animale.
Una storia senza raziocinio impedisce all’essere di comprendere a fondo quanto lo circonda, ma l’istinto gli suggerisce la sua natura di creatura assolutamente unica nel suo genere. Ecco che egli si trasforma in una vittima, isolato poiché diverso, prigioniero del labirinto.
Il labirinto come punizione, ma una punizione per cosa, dal momento che a pagare dovrebbero essere coloro che lo hanno generato? Da Pasifae a Minosse, che con la sua disobbedienza a Poseidone ha contribuito ad avviare la concatenazione di eventi che hanno spinto alla mostruosa unione della moglie col toro.
Il Minotauro, “l’innocente colpevole“, viene condannato da un tribunale di colpevoli a espiare una colpa che è addirittura antecedente la sua nascita; infelice poiché “sempre al limite della conoscenza”, incapace di capire fino a fondo i suoi sentimenti e ciò che lo circonda.
La perfetta metafora della vita: tutti noi viviamo dentro un labirinto, e non c’è filo di Arianna che riesca a farcene uscire, non c’è Teseo che vi riesca, non c’è Dedalo che lo costruisca e non c’è Minotauro che lo abiti.
Il labirinto non è altro che il groviglio di contraddizioni che vivono dentro di noi, alimentano la nostra vita, la rendono felice e infelice, danno a ciascuno di noi un destino che non sta scritto da nessuna parte ma che si forma giorno per giorno emergendo dal contrasto interiore e dal come si risolve, misurandosi con se stessi e con gli altri.
Ci troviamo di fronte a molteplici percorsi da seguire, senza sapere se troveremo mai quello che stiamo cercando e senza la possibilità, il più delle volte, di tornare indietro.
Il Minotauro, “il diverso”, colui che non è uguale a loro, va quindi isolato e castigato. La sua immagine repellente terrorizza uomini e donne della città. Costretto a pagare per essere l’unico nel suo genere, sprofonda nella sua solitudine ogni tentativo di fuga e l’idea che sia giunta la fine della sua espiazione.
Sandro Nardi
Info:
349 6103952
349 5963286
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